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Channel: energia alternativa – Zanichelli Aula Scienze
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Dal centro della Terra l’energia del futuro?

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La ricerca di sorgenti di energia rinnovabile ha puntato negli ultimi anni soprattutto sull’eolico e il fotovoltaico, ma una valida alternativa potrebbe essere sotto gli occhi – o meglio i piedi – di tutti. L’idea è venuta ad alcuni geologi che, mentre tentavano di scavare un pozzo geotermico nel vulcano islandese Krafla, hanno assistito a quello che meno si sarebbero aspettati: un flusso di magma che, incanalandosi nel pozzo ad una profondità di 2,1 km, ha costretto al blocco dei lavori. Come sottolineato da Wilfred Elders, responsabile del gruppo di ricerca di Riverside (University of California), solo un altro caso simile è stato documentato in passato.
Ma non sempre gli inconvenienti vengono per nuocere: un simile flusso di magma potrebbe infatti costituire, se opportunamente sfruttato, una nuova sorgente di energia geotermica. Un concetto che appare come l’evoluzione di forme di energia geotermica già ampiamente sfruttate: basti pensare che proprio dal vapore acqueo e dalle riserve di acqua calda che si trovano nelle rocce vulcaniche si ottiene il 95% di tutta l’energia usata per riscaldare le case islandesi e ben un terzo dell’energia elettrica del Paese.
La capacità di produrre energia da sorgenti geotermiche aumenta proporzionalmente alla temperatura e alla pressione del vapore. Come sottolineato da Elders, se si scava in profondità la temperatura e la pressione tendono ad aumentare, fino a raggiungere la zona della cosiddetta «acqua supercritica»: un fluido denso molto caldo e poco viscoso. L’acqua supercritica viene normalmente impiegata negli impianti elettrici a carbone, ma nessuno prima del gruppo di Elders aveva mai pensato di utilizzare la versione «naturale» di questo fluido, quella che dovrebbe trovarsi in aree geotermiche a grande profondità.
Lo studio rientra nell’ambito dell’Iceland Deep Drilling Project, un consorzio governativo che ha come obiettivo quello di testare l’utilizzo di fluidi a pressioni e temperature supercritiche come fonti di energia alternativa. I primi risultati sono già arrivati: il vapore in uscita dal pozzo scavato nel vulcano Krafla potrebbe generare ben 25 megawatt di elettricità: una quantità sufficiente a coprire il fabbisogno energetico di quasi 30 000 case.

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